mercoledì 5 giugno 2013

Romantica penombra

Ed erano i tuoi occhi quelli di un angelo che non conosce riposo. Curioso e tremante ti sei avvicinato in punta di piedi, silenzioso, a tratti impaurito. Ed era il tuo cuore fremente di desiderio e stupore. Dove mi condurrai uomo delle stelle? Non eri affatto un diavolo. Temevo il tuo incedere lento, ma sognavo tutte le notti i tuoi occhi tristi. Come eri silenzioso in tutto quel buio che ci agguantava le caviglie. Neanche un barlume lontanissimo. Nè una lampada, nè una candela. Come il tuo respiro mi cantava una nenia dolcissima, sottovoce, senza alcuna distorsione. Come il tuo battito non accelerava già più, ma cadenzato si adeguava al mio respiro a volte un pò agitato. E mi abbracciavi nel sonno come se stessi per volare via e non avrei voluto mai lasciare le tue mani. E mi stringevi per farmi dimenticare la paura. E mi fissavi come se mi vedessi per la prima volta, attraverso me, attraverso le spalle e il petto. Ancora più silenzioso ti lasciavi avvolgere dal mio sonno inquieto. Correvo sempre in quei sogni senza pace. Non riuscivo a fermarmi. Il dolore mi trascinava sempre più giù. Sentivo freddo e tutto era desolazione e malinconia. Le labbra tremavano violacee e le mani intirizzite avevano perso il loro dono. Ma tu vegliavi sempre, prima dall'alto di ogni cosa. Sopra i tetti più alti di questa città. Poi sempre più vicino, finchè non hai resistito e mi hai portata nel tuo abbraccio ardente. Ho smesso di sentire tutto quel gelo attaccare le mie membra come un branco di lupi. E ho smesso di correre. Perchè tu eri lì, con i tuoi silenzi e i tuoi bellissimi occhi. Quegli occhi che non posso dimenticare. Quegli occhi che mi permetti di baciare... No, non eri un demone. Sei l'uomo delle stelle. Ho sentito tutto il tuo dolore stringermi il petto come una morsa d'acciaio. Ho sentito le tue mani tremare. Ma ora sei qui, senza le tue ali, senza il tuo dolore. Con me. Ora. In un solo lunghissimo fremito...