martedì 23 ottobre 2012

La glaciazione

In una civiltà ormai sepolta e dimenticata , bagliori di ricordi e ferri roventi stesi sul cemento lucido. Accartocciati sulla strada, nel groviglio di meccanica e vetri infranti sotto un cielo senza stelle. Attraverso la nebbia, dispersi nel silenzio. In un mattino gelido e sgombro di raggi solari. Che cosa hai fatto? Perchè riesco ad odiarti con così tanta ferocia? In quell'alba livida, in tutti i nostri respiri, in tutti quei ricordi inutili, ho detestato il tuo sguardo infelice e i tuoi avambracci sottili, costellati di vene esangui. Ho strappato i capelli a tutte le tue bambole, ho aperto il mio torace con una lama doppia. Ho deciso di farmi ancora più male. Ho strappato quell'organo insulso e fastidioso. E con le mani insanguinate l'ho rinchiuso in una cella frigorifera. Il piacere è stato acuto e immediato. La nebbia ha coperto tutto e il buio ha colorato tutti gli angoli rimasti ancora illuminati. Che cosa hai fatto? Quanto sai essere crudele? Quanto resisti nel torturare le tue vittime? Come un macigno pesi sul mio corpo, togliendomi il respiro. Come una lastra di marmo, come le catene avvinghiate ai miei polsi, come rampicanti velenosi. Quante volte dovrò sfiorare la tua scure? Quanto ancora resisterai, prima d'implorare pietà alla tua creatura? Alla creatura nata dal tuo amore chiederai di porre fine ai tuoi giorni grigi, tutti uguali. Tu, misero mortale, avrai paura della meccanica del mio cuore. Non ho più un cuore fatto di sangue, ma uno fatto d'ingranaggi. Ho spezzato l'incantesimo e ho congelato ogni possibile fiore. Sono la strega che non proverà pietà quando al posto dei tuoi occhi troverà due orbite cave. Sono la gorgone che non ascolterà mai i tuoi gemiti o vile mortale. Umano senza cuore e senza pietà. Hai trasformato la mia dolcezza in carne martoriata e lacrime senza fine. Cosa ne hai fatto dei miei abbracci? Rinchiusi in una cassa e gettati in mare. Ecco cosa ne hai fatto. La tua crudeltà non troverà mai soddisfazione. Non mi è rimasto più nulla. Un cuore congelato, ossa deformate, insensibilità in tutto il mio essere. Sono la meccanica che non funziona. La pendola rotta. Il sogno infranto. Eppure dentro di me, ritrovo piccole lacrime dimenticate. Dove sono i tuoi sguardi ora? Hai paura di guardare il tuo automa congelato e malato? Sono il frutto del tuo amore malsano. Sono tutto ciò che non volevi. Non ho più ali ne cuore... Quante volte mi hai fatto a pezzi? Quanti rimpianti scivolano sul nostro presente... Prova a dirmi chi sei adesso!? Sono il tuo inverno infinito. Sono la tua glaciazione!

venerdì 19 ottobre 2012

Fata Morgana

E' tutta una stupida, effimera illusione. Sei solo il frutto della mia mente deviata e del mio cuore in tumulto. Sei la sabbia del deserto, sei il miraggio, sei l'orizzonte che vibra attraverso la luce ingannatrice. Sei tutto quello che non avrei mai voluto provare in questa vita. Cosa hai fatto Morgana? Ho smarrito i sensi e perso il baricentro. E' colpa del tuo sortilegio d'aria. Sei la mia alba gelida e sei il caldo torrido e la sete insaziabile. Ingannatrice e traditrice. Hai già cambiato la mia visione. Cosa ne è stato del tuo amore, sensuale Messalina? Cosa ne hai fatto del mio cuore? Sei comparsa alle mie spalle e hai continuato ad ingannare il mio orecchio con la tua voce melliflua, hai cambiato volto come i quarti della luna, hai storpiato il mio paradiso. E adesso che non sei qui io mi perdo in questo deserto sconfinato, tra dune di sabbia rossa e nuvole di plastica sospese e stanche. Per un attimo ti ho vista al di là del deserto. Come ho fatto a vedere così lontano? In realtà non ho visto nulla. Era solo uno dei tuoi tanti incantesimi. Stregata dai tuoi occhi, comandata come una marionetta, stretta in una morsa arrugginita dalle tue parole. Non sei più passata dal mio cuore. Non hai più cercato i miei abbracci, ne le mie labbra livide. Non ho più visto quella tua espressione smarrita. Ho visto i tuoi occhi roteare e sono stata in balia della tua furia, nel tuo vento che spinge la sabbia di notte in notte. Dov'è la mia piccola oasi? E' mai esistita? Ho toccato i tuoi capelli come se fossero corde tese e preso le tue mani di fata. Aspetto ancora le tue illusioni. Voglio ancora i tuoi sortilegi demoniaci. Ancora una volta, Morgana, ancora una volta le tue labbra di fuoco. Portami ancora nel tuo mondo, attraverso la sabbia del deserto. Stringimi ancora nelle tue spire mortali. Sono la tua preda e tu il mio miraggio!

lunedì 8 ottobre 2012

Mi ricordo... Non mi ricordo

Mi ricordo di quei fiori di campo, nascosti nello zaino. Di quella casa piccola, circondata dai rumori della città. Mi ricordo delle gite in vespa. Del sole sul viso e delle corse. Della nostra immobilità e del rumore del mare sotto di noi. Mi ricordo del profumo dell'estate, delle corse in bicicletta, dell'aranciata fresca. Delle carezze di mia madre. La spensieratezza, l'odore dei biscotti appena tirati fuori dal forno. Il rumore del pallone sul cemento del cortile. Le grida dei bambini in fondo alla strada. Il gracidare delle rane, le cicale, il caldo torrido e il silenzio delle due del pomeriggio. I tuoi capelli bagnati. Le pietre colorate fra i sassi grigi. La granita al limone e la sciarpa a righe colorate. Mi ricordo del tuo sbadiglio, dei tuoi occhi grandi e della loro tristezza malcelata. Mi ricordo la tua chitarra. Quando cantavi "Michelle" per me. Mi ricordo il tuo sorriso. Mi ricordo dei giovedì piovosi. Mi ricordo della neve e dei pattini sul ghiaccio. Mi ricordo delle orecchie lunghe di Snoopy. Mi ricordo del suo abbaiare e delle tue lacrime. Mi ricordo l'odore del gesso e della lacca. Di tutti i nostri libri scambiati, regalati, restituiti e poi persi. Mi ricordo della musica e delle foto sparse sul pavimento. Mi ricordo delle corse a perdifiato sul lungomare. Dei nostri caffè notturni. Mi ricordo quando eravamo in due sulla bici ed in fondo eravamo uno solo. Mi ricordo di tutti gli abbracci che ho dato e ricevuto. Delle parole che mi hanno fatta piangere. Ricordo come ti liberi degli oggetti che odi. Ricordo come conservi le cose che ami. Ricordo ancora la sua voce che attraversa la spiaggia infuocata per raggiungere il mio orecchio immerso nell'acqua. Mi ricordo il primo tuffo e le nuotate notturne. Ricordo la mia paura in aereo e il tuo prendermi in giro. Ricordo il nostro primo sguardo, circondati da raso rosa e tulle bianco. Ricordo quell'odore aspro e forte, quello dolciastro e lieve. Mi ricordo dei tuoi scherzi. Mi ricordo del bambino che è in te. Mi ricordo dell'odore di sigaretta e del cigno chiuso nella sfera di vetro. Mi ricordo la piega che si creava sul letto quando lei si sedeva accanto a me e faceva quel gesto che solo lei sa fare. Mi toccava la fronte con le labbra. Mi ricordo che non avevo più freddo quando ero immersa in tutto quel rosso. Mi ricordo quando ridevamo. Ricordo quelle strade che non sono nelle nostre città. Mi ricordo quando m'insegnavi a cantare le tue canzoni. Ricordo il tepore. Ricordo il freddo. Ricordo... E ricordo ancora e ancora. Non ricordo più la notte all'aeroporto, quando eri con me, ma in fondo eravamo via l'uno dall'altra anni luce. Non ricordo gli addii. Non ricordo le morti che hanno attraversato questi lunghi anni. Non ricordo la nostra lontananza e il vento che ha spazzato via tutto. Non ricordo mai di essere puntuale. Non ricordo mai di perdonarmi. Non ricordo o forse non voglio più ricordare?