mercoledì 9 gennaio 2013

In una fosca mezzanotte, qualcuno bussò alla mia porta...

Le strade erano affollate. L'aria fuligginosa e grigia di un mattino nebbioso, mi avvolgeva. Un sole timido tentava di farsi strada tra le nubi svogliate. Un vociare di sottofondo, passi svelti attorno a me. Mi ero persa. Dove sei? Nulla può distrarmi ora, da te. Perchè so che tu arriverai dal freddo pianeta che t'imprigiona. Non sento il loro meccanico vocio. Poveri mortali! Maledetti automi metallici! Posso solo sentire il battito distratto del mio cuore. Mi volto, ma tu non ci sei. Non sei qui, eppure so che sei accanto a me. Dove sei? Ancora non conosco il suono della tua voce, ma riesco a sentire i tuoi respiri da lontano. Dove sei? Compio qualche passo e poi mi fermo, circondata dalla folla estranea. Ancora un passo e un altro ancora. La luce del mattino mi abbraccia con la sua coltre pesante. La nebbia invade ogni cosa e nasconde i miei passi cadenzati e incerti. Tu sei qui! Ti ho visto stanotte in quel sogno, nella mia stanza, quando hai bussato alla mia porta. Ho sentito il tuo abbraccio. Ho chiuso gli occhi nell'incavo spigoloso della tua spalla. Abbandonata, ho respirato nel tuo collo. Le mie braccia, cavi di rame e ruggine, erano fredde, ma le tue labbra mi hanno dato calore. Ho sentito il tuo sangue fluire delicato. Eri nella mia notte inquieta, e le tue mani... Le tue mani sul mio volto. Modellavano la mia maschera per i tuoi ricordi. Dove sei ora? Cerco ancora i tuoi occhi sconosciuti, ma vedo solo volti senza occhi, con orbite cave e buie. Ho sentito la tua anima parlarmi da una distanza incolmabile. Sei qui adesso? Abbiamo aspettato un tempo lunghissimo per poter saziare la nostra fame e la nostra inquietudine. Dove sei? Poi la nebbia, come grazie ad un incanto, si è diradata in un attimo. Il sole era scomparso lasciando spazio ad una pallida luna. Dov'era ora tutta la folla che m'imprigionava? E tu? Ti ho sentito. Ho contato i passi che ti separavano da me. Io, immobile, ho atteso. Sei qui? Solo dieci passi...Sei qui! Ho chiuso gli occhi. Ho trattenuto il respiro. Poi un sussurro: "Shelly...". Mi sono voltata. Per un attimo non ho più sentito i battiti del mio cuore. Ho aperto gli occhi e ti ho sorriso. "Sei tornato da me, Eric!". Vestivi ancora dei colori della notte, ma della tua notte. Una notte orfana di stelle. Una notte gelida, senza la tua luna ad illuminare le nostre strade. Una notte di lacrime nere. E mi sono persa nel tuo abbraccio. Nel vuoto, che ora ci circondava. In quella notte infinita, ti ho amato. Le mie mani nelle tue. Siamo ritornati in quella stanza buia piena di vetri infranti, dove un tempo siamo stati felici e che ora nascondeva solo le nostre lacrime, la nostra disperazione, il nostro dolore. Eravamo lì. Nelle quiete stanze dei nostri ricordi. E quella notte, nessun viandante, bussò più alla nostra porta.

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