giovedì 14 febbraio 2013

Mad world

La spiaggia piena di detriti. Tutti quelli che il mare aveva restituito in un impeto di rabbia tempestosa. Il sole caldo, nonostante l'inverno inoltrato. Qualche coraggioso si arrischiava a farsi inseguire dalle onde svogliate che si rotolavano una dietro l'altra, sulla riva. Coriandoli sparsi un pò ovunque. Tanti piccoli puntini colorati spuntavano dalle fessure delle mattonelle di cemento. Fissavo i piccoli cerchi colorati e mi perdevo in chissà quali pensieri. Poi, quegli occhi. Ma non erano più gli occhi arrabbiati che ricordavo, erano tristi e volevano dire tanto. Non riuscivo a capire cosa. Mi fissavano insistenti. A volte timidi, a volte no. Restavo ferma nella mia posizione di muto spettatore mentre tu guardavi me che fissavo il mare. Ancora quel tuo sguardo. Sapevo che mi stavi studiando anche se non mi voltavo a guardarti. Sentivo il tuo respiro vicino a me eppure non lo eri. Eri lontano e continuavi a guardarmi. Immobili come statue. Persi nei nostri pensieri. Fermi ad inseguire parole. Guardavo i cani correre felici vicino alla riva. Li invidiavo e pensavo ai tuoi occhi scuri. A quegli occhi che forse in fondo non volevano dirmi nulla. Poi sentivo le tue dita muoversi rapide e spostarmi qualche ciocca maleducata dal viso. E per un attimo, solo per un attimo i nostri occhi, finalmente s'incrociavano. Ma in un mondo completamente impazzito quanto possono contare i nostri sguardi? E i tuoi sorrisi e le mie parole al vento? Siamo solo due naufraghi che non riescono più a tornare a casa. Io ho smarrito la strada e forse non ho più voglia di tornare in una vecchia casa abbandonata e fredda. Preferisco la spiaggia con i suoi detriti, le sigarette e il vento che sposta i coriandoli. Sei ancora lì fermo nel tuo pensiero costante? Ancora quel tuo sguardo indagatore? Parlami. Dimmi delle tue notti insonni e dei tuoi libri smarriti. Parlami della tua musica, di quella che ti scuote le membra, tra lo stomaco e il cuore. Ancora quei tuoi occhi che non comprendo. Quello sguardo che sento dietro la schiena, tra le scapole. Quegli occhi che mi trapassano il torace, come una lancia. Parlami di quello che non ti dà pace, di tutto quello che ti piace inseguire. Parlami dell'odore dei libri vecchi e dei disegni che hai smarrito tanto tempo fa. Non guardarmi più. Parlami con gli occhi chiusi. Immobile e per un attimo dimentico di tutto. Chiudi gli occhi. Lo senti il mare? Si. Anche se non lo vedi, riesci a sentire le onde che si distendono veloci sulla sabbia. Riesci a sentire il suo profumo e la sua forza. So che riesci a sentirlo. Perchè il mare è forte. Parlami così, come se parlassi a lui. Ad occhi chiusi. Parlami e io guarderò le tue ciglia lunghe disegnare piccole ombre sul tuo viso. Parlami senza usare gli occhi. Parlami quando il mare si riprenderà i suoi detriti. Quando il mare sarà calmo e docile. Parlami... Continuo a fissare la spiaggia desolata, i coriandoli e i gabbiani. I miei pensieri, si sono fermati per un attimo. Sento ancora quello sguardo. Ti sento respirare. So che mi stai guardando e so che non parlerai. Non lo farai su questa spiaggia. Non lo farai oggi, perchè il mare è ancora troppo arrabbiato. Non parlerai che con i tuoi occhi scuri...

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