"Sei la strada tortuosa. Pericolosa. Quella che sale dritta in montagna. Piena di curve e senza alcuna protezione".
Ti respiro e ti inspiro come il fumo della mia sigaretta. Grigie spire di fumo che salgono verso l'alto. Nella loro risalita diventano bianche. Aloni bluastri, come i segni con cui vesto i miei occhi al buio. Cerchi violacei, concentrici e cupi. Ti respiro ancora. Sei il fumo. Ti sento fin dentro i polmoni come spasmi intermittenti e irregolari. Nelle narici, nella bocca. Invadi il mio spazio vitale, ne impregni le pareti come una vecchia carta da parati. Ti inspiro e risali la via del mio respiro fin dentro al mio cervello. Per non abbandonarmi più. Acre e pastoso, t'insinui lentamente dentro la mia gola. Ti trattengo e poi ti respingo. Ti riprendo e vorrei sfuggirti tutte le volte. Sei la mia metamorfosi. Il cambiamento che mi annulla. Senza nessuna regola. E continuo a fumare. E non mi manca l'aria di fronte al mare. Non mi manca l'odore dei fiori di campo. Un'altra boccata del mio grigio preferito. E sento la tua discesa nelle mie braccia. Nelle vene. Negli occhi. Ancora un'altra. E sento la tua densità graffiarmi la gola. E sento che attacchi i miei organi come un'idra dai tentacoli infernali. Io non farò alcuna resistenza. Non voglio combattere. Io cederò sotto il peso del tuo sguardo e ti lascerò perforare il mio cuore. Aspetterò che tu faccia a pezzi tutto. E resterò a guardare  brandelli di me, come se non fossero mai stati miei in fondo. Ti porto alla bocca e ti respiro come se fossi una boccata d'aria. Ti distruggo dentro i miei polmoni in mille atomi di fumo nero e denso. Mi soffermo a guardare le volute che si attorcigliano alle mie dita stanche e rassegnate. Appoggio il mento sul palmo della mano e resto ad osservarti. Ora non sei più fumo, ma vedo i tuoi occhi attraverso la cortina densa che ci avvolge e ci separa dal resto del mondo. I tuoi occhi obliqui riescono a bloccare ogni volta il flusso dei miei pensieri. Eppure sei lì, immobile e silenzioso. Sei lì e fissi le mie mani che non sanno star ferme. Con lo sguardo fisso su di me, porti alla bocca la tua sottile sigaretta. Con le dita dell'altra mano continui a sfiorarti la tempia, lentamente come se ti dolesse. Come se un brutto pensiero non riuscisse a darti tregua, mai. E mi fissi con il tuo sguardo sghembo. Il sorriso che appare quando non vuoi essere fumo. Quando smetti di combattere i tuoi demoni. E in quel momento vorrei ricordarmi delle mie stupide certezze. E vorrei che smettessi di scrutarmi. Temo tu veda troppo oltre. E vorrei non aver ballato con te, attraverso tutto quel fumo. Ad occhi chiusi, lentamente, al suono di un fiato tormentato. A piccoli passi, senza mai perdere il nostro centro. A tratti un equilibrio incerto. A tratti un baricentro che non sapevamo catturare. Senza conoscere i passi. Incoscienti come i bambini. Diritti e abbracciati, con i piedi radicati nel pavimento di sabbia. Il mio cappello calcato sui tuoi occhi. Io abbandonata sulla tua spalla. E il fumo che ci agguantava le membra stanche. Ti respiro... Un'altra sigaretta!
lunedì 29 aprile 2013
Almost Blue
"Sei la strada tortuosa. Pericolosa. Quella che sale dritta in montagna. Piena di curve e senza alcuna protezione".
Ti respiro e ti inspiro come il fumo della mia sigaretta. Grigie spire di fumo che salgono verso l'alto. Nella loro risalita diventano bianche. Aloni bluastri, come i segni con cui vesto i miei occhi al buio. Cerchi violacei, concentrici e cupi. Ti respiro ancora. Sei il fumo. Ti sento fin dentro i polmoni come spasmi intermittenti e irregolari. Nelle narici, nella bocca. Invadi il mio spazio vitale, ne impregni le pareti come una vecchia carta da parati. Ti inspiro e risali la via del mio respiro fin dentro al mio cervello. Per non abbandonarmi più. Acre e pastoso, t'insinui lentamente dentro la mia gola. Ti trattengo e poi ti respingo. Ti riprendo e vorrei sfuggirti tutte le volte. Sei la mia metamorfosi. Il cambiamento che mi annulla. Senza nessuna regola. E continuo a fumare. E non mi manca l'aria di fronte al mare. Non mi manca l'odore dei fiori di campo. Un'altra boccata del mio grigio preferito. E sento la tua discesa nelle mie braccia. Nelle vene. Negli occhi. Ancora un'altra. E sento la tua densità graffiarmi la gola. E sento che attacchi i miei organi come un'idra dai tentacoli infernali. Io non farò alcuna resistenza. Non voglio combattere. Io cederò sotto il peso del tuo sguardo e ti lascerò perforare il mio cuore. Aspetterò che tu faccia a pezzi tutto. E resterò a guardare  brandelli di me, come se non fossero mai stati miei in fondo. Ti porto alla bocca e ti respiro come se fossi una boccata d'aria. Ti distruggo dentro i miei polmoni in mille atomi di fumo nero e denso. Mi soffermo a guardare le volute che si attorcigliano alle mie dita stanche e rassegnate. Appoggio il mento sul palmo della mano e resto ad osservarti. Ora non sei più fumo, ma vedo i tuoi occhi attraverso la cortina densa che ci avvolge e ci separa dal resto del mondo. I tuoi occhi obliqui riescono a bloccare ogni volta il flusso dei miei pensieri. Eppure sei lì, immobile e silenzioso. Sei lì e fissi le mie mani che non sanno star ferme. Con lo sguardo fisso su di me, porti alla bocca la tua sottile sigaretta. Con le dita dell'altra mano continui a sfiorarti la tempia, lentamente come se ti dolesse. Come se un brutto pensiero non riuscisse a darti tregua, mai. E mi fissi con il tuo sguardo sghembo. Il sorriso che appare quando non vuoi essere fumo. Quando smetti di combattere i tuoi demoni. E in quel momento vorrei ricordarmi delle mie stupide certezze. E vorrei che smettessi di scrutarmi. Temo tu veda troppo oltre. E vorrei non aver ballato con te, attraverso tutto quel fumo. Ad occhi chiusi, lentamente, al suono di un fiato tormentato. A piccoli passi, senza mai perdere il nostro centro. A tratti un equilibrio incerto. A tratti un baricentro che non sapevamo catturare. Senza conoscere i passi. Incoscienti come i bambini. Diritti e abbracciati, con i piedi radicati nel pavimento di sabbia. Il mio cappello calcato sui tuoi occhi. Io abbandonata sulla tua spalla. E il fumo che ci agguantava le membra stanche. Ti respiro... Un'altra sigaretta!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento