giovedì 6 settembre 2012

Da 0 a 10


Numeri... Numeri... Numeri...
Tutta una vita di numeri. Siamo costantemente sotto esame, anche quando non ce ne rendiamo conto? Ad ogni nostra azione, un'invisibile giuria è lì pronta ad alzare la paletta con il numerino magico?
Incredibile. Persone che normalmente non sono in grado di ordinare un caffè al bar, si ergono a giudici.
Quanto sei bello. Quanto sei intelligente. Quanto sei bravo. E via dicendo.
In un vortice di azioni più o meno discutibili, siamo soppesati come carne al macello, controllati, studiati, etichettati ed infine giudicati, catalogati e numerati ovviamente.
Quanto sono interessante da 0 a 10?
Ai posteri l'ardua sentenza, disse qualcuno.
La cosa che più mi sconvolge è che veniamo giudicati per ogni cosa. Ma orrore, orrore, veniamo giudicati anche per come siamo a letto?
Da 0 a 10, quanto vale la mia ultima prestazione sessuale?
Che incubo! Un giorno potremmo scoprire per caso che il nostro partner di una vita ci considerava una sogliola e non la femme fatale che avevamo immaginato.
E se per comprare il salame, prendiamo il famoso numerino alla cassa, dobbiamo munirci del numerino anche alla cassa veloce del sentimento?
Con la mia fortuna, mi sa che mi ritroverò a fare la fila alla cassa veloce, quando invece ho solo due stupidissime mele nel cestino e sistematicamente verrò cacciata fuori dal supermercato.
Cuore e numeri non si sposano bene. Se il cuore è la sede dei sentimenti allora la testa è la sede dei numeri che come una pendola mortale, stabiliscono ogni attimo della nostra vita.
Ma io la penso di più come gli antichi egizi, sono fermamente convinta che la sede dei sentimenti sia lo stomaco. Se soffri non riesci a mangiare, se sei felice senti le farfalle nella pancia. E allora cosa c'entra il cuore? Tutto ciò che ha che fare con i sentimenti è primordiale, atavico e fisico. I numeri, invece, non sono fisici, sono materia grigia, ragionamento. E se il sangue attraversa il cuore e poi di lì tutto il corpo, effettivamente è un qualcosa di molto più vitale. Il sangue circola dovunque e porta la vita. La materia grigia è un qualcosa di statico. Una massa gelatinosa che sta lì ferma a pensicchiare. Decisamente 10 al sangue e 0 al cervello.
Quindi se in ogni momento veniamo giudicati, a nostra insaputa, abbiamo ancora da studiare? Non siamo preparati per l'esame finale, se mai ce ne sarà uno. Non abbiamo il libro di testo e non sappiamo come fare per prendere il famoso 10. Forse accade tutto questo perchè in fondo ci comportiamo come noi stessi. E da bravi esseri umani sbagliamo e perseveriamo nei tragici errori che segneranno la nostra vita per sempre.
Meglio essere se stessi o fingere?
Un dubbio amletico, al quale non darò mai una risposta.
"Mi piaci tanto come persona, ma hai qualche piccolo difetto che m'impedisce di vedere al di là del mio naso" questo equivale ad un 3? Siamo ancora insufficienti.
Fin dall'asilo c'insegnano a fare del nostro meglio. La nostra carriera scolastica è costellata di voti e giudizi.
"L'allievo s'impegna, ma potrebbe fare di più." che cavolo vuol dire? In fondo tutto e niente.
Ok. Non sarò l'alunno perfetto, ma se riesco ad impegnarmi, potresti, maledizione, suggerirmi come fare per migliorare, invece di sparare sentenze senza costrutto e farmi vivere con i complessi per tutto il resto della mia vita?
Preferisco uno 0 piuttosto che un 5. La mediocrità è come la terra di mezzo, in fondo nessuno ha ancora capito dov'è (forse non lo sapeva neanche Tolkien). Sei troppo poco intelligente per prendere una sufficienza e sei troppo poco ciuccio per essere insufficiente.
Dopo le scuole dell'obbligo veniamo catapultati nel mondo universitario. E lì è davvero un circo, che neanche Moira Orfei saprebbe mettere in piedi. Un 18 ti abbassa la media, ma in fondo dimostra che hai studiato, e un 30 con la lode dimostra che sei un genio. Arrivati alla tanto agognata laurea, mi chiedo se tutta la galleria di 30 che ci portiamo dietro ci faranno essere dei bravi professori a nostra volta, se potremmo costruire un palazzo senza vederlo crollare dopo 5 minuti e se arredando una casa ci dimenticheremo del cassetto delle posate in cucina. No. Effettivamente non servono a niente tutti quei 30.
La vita è decisamente un'altra cosa. Persone che neanche conosci regalano 4 senza averti mai guardato negli occhi. Perchè i parametri di giudizio, in fondo, ognuno se li crea da sè, nel proprio intimo. E allora a cosa è servito impegnarci in qualcosa che non ci assicura nulla? Una carriera scolastica costellata di buoni voti e buone intenzioni non ci faranno da paracadute quando verremo bocciati, senza appello, dal bastardo di turno. Non ci salverà neanche da noi stessi, quando dietro ci porteremo quegli orribili 2 e 3 come un fardello difficile da eliminare.
I numeri in fondo non fanno altro che etichettarci, come il bestiame, come i deportati, come l'orologio che inesorabile ci ricorda lo scorrere del tempo.
Preferisco non pensarci. E' molto probabile che la mia lista di insufficienze stia per uscire fuori dal rigo.
Tutto sommato se sono stata bocciata, forse non è perchè non ho studiato, ma perchè mi hanno interrogata sul programma sbagliato. Ho studiato sentimento e mi hanno chiesto matematica quantistica.
Ho dato il cuore e in cambio ho avuto la ricevuta fiscale. Un misero scontrino. Una partita doppia con pesanti debiti a mio carico. Non ho vinto la guerra e in più mi sono rimasti tutti i conti da pagare.
Da 0 a 10 quanto vale l'amore?
Quasi sempre 0.
Facendo un pò di calcoli se l'amore vale 0 e il dolore quasi sempre 10 mi è rimasto solo il laccio emostatico da legare al cuore (o allo stomaco) e tirare sempre di più.
Mi conviene tirare più forte. Sempre di più.
Da 0 a 10 quanto vale il mio amore?
N.C. = Non Classificato

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