domenica 11 novembre 2012

La mia notte

La notte che ti ha portato via... La notte in cui ho contato i lampioni gialli. La notte disciolta e infinita. La notte scura con la sua trapunta senza stelle. La notte che profuma di asfalto e pioggia. Quando era breve, perchè il sole ci rubava le ore, quando era lieve, quando ci dava ossigeno e tregua. Ora è solo una coltre pesante. Un sudario di pensieri che si rincorrono sotto i bianchi neon. Quando sentivo il tuo peso e i tuoi pensieri. Ogni cosa era dolce. Adesso è solo un triste carnevale. Ora è un ricordo. E i ricordi sono pericolosi, per chi ha ancora sangue, per chi freme e trema nell'attesa di un'alba grigia. Temo la notte eppure l'aspetto come una deliziosa tortura. Fremo e spasimo per le stelle assenti e bugiarde. Aspetto al luna bifronte. Ho abbandonato quella casa, quel tepore, in cambio di una notte inquieta. Di un notte instabile e ondeggiante come i fianchi di una donna. Ti ho visto morire tra le mie mani, come una foglia, come una creatura ultraterrena. Durante la notte traditrice. Quando dormivi nell'incavo della mia spalla, nelle orbite ellittiche che disegnavi sulla mia pelle, nei tuoi silenzi ipnotici, nelle tue menzogne e nei tuoi vuoti. Nei tuoi attimi di sospensione. Nella tua tempesta che cova e minaccia rabbia e dolore antico. Quando potevo sfiorare la tua pelle di straniero. Quando eravamo all'inferno. Dove sono ora le nostre notti? Dove sei? Vorrei attirarti a me con quel filo invisibile che ci lega e ci strazia. Vorrei rivedere i tuoi occhi quando non sapevano di morte. Quando erano limpidi come la mia notte. La mia notte tormentata, fragile, greve, come un diapason. La mia notte illusoria con indosso la sua maschera cieca. E noi, ciechi abbiamo seguito il flusso. Ancora un addio nella notte nemica. Un altro abbandono, un'altra notte di rabbia e lacrime, di cupe emicranie, di gemiti soffocati. La notte lontana. La notte sospesa. La notte delle luci artificiali sul cemento freddo che fugge sotto le ruote, sotto le suole, nelle mie mani, in tutti i respiri. La notte ho paura dei miei pensieri, perchè mi portano in una terra sconsacrata e sconosciuta, dove tutto è appassito. La notte combatto con i miei demoni. La notte sono inferma. La notte resto immobile nel mio busto dipinto, scolpito per il mio corpo e per la mia mente malata. E attendo. Attendo te, nella notte senza fine. Suoi tuoi tasti bianchi e neri. Sulla spiaggia desolata. Sulla riva attraversata dalle onde impietose. Attendo che l'alba porti via il mio male. Attendo tutte le notti. Nell'alone giallo di un lampione solitario. Nel cerchio di quella luce finta. Nella nebbia, nel vuoto permeabile. In questa notte meccanica, distorta altalena del giorno. Ingranaggio guasto. Nel buio che mi artiglia le braccia come un tentacolo, come un ago... Nel nero vuoto cerco le mani gloriose che mi salveranno. Non respiro la notte. Non vedo la notte.

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