domenica 18 novembre 2012

Nuvole bianche

Dimmelo tu cosa fa male! Quando dormi senza farlo davvero. Quando la notte ha ciglia lunghe e bagnate. Mangiare senza sentire il sapore di nulla. Sentire il peso di un corpo che non ti appartiene. Ascoltare qualcosa che solo tu senti. Perdersi in un abbraccio inesistente. Quando cammini e senti un ritmo tra lo stomaco e il cuore, ma lo senti solo tu. Amare e prendere calci in faccia. Logorarsi per qualcosa che non accadrà mai. Quando la tua intelligenza ti permette di capire alcune cose prima di altri. Quando sai tante cose. Hai viaggiato, letto, scritto, danzato, cantato, dipinto, fotografato, ma in fondo sei ancora al punto di partenza. Ancora fermo su quella melodia che batte dal centro dello stomaco e si espande in tutto il corpo. Quando ti manca la terra sotto i piedi. Quando piangi per ore e non puoi dire il perchè, forse perchè non esiste un vero motivo. Quando anche aprire le tende ti costa fatica. Quando senti il dolore che diventa vivo. Lo senti sulla pelle, come un ago. Lo senti con le fitte e gli spasimi. Lo avverti con gemiti e grida, lacrime, sangue e cenere. Se servisse, porterei via il tuo dolore con me. Se potessi me lo cucirei addosso come un'ombra, come un cappotto pesante che indosserei anche in piena estate. Lo porterei via con me, nelle mie mani, nelle mie gambe, a ritmo dei miei passi svelti. Ora sono più fragile. Ora sono la creta che non si ricompatta mai. Ora sono la vernice che gronda dalle mura, ora sono nelle tue mani. Ora puoi fare ogni cosa. Puoi entrare dentro le mie braccia, come se fossi uno spettro invisibile. Come un fantasma ora puoi invadere l'aria che mi circonda. Il mio desiderio ha superato la ragione, ha superato ogni distanza, ogni ostacolo. Ogni attimo viene scandito dal mio orologio interno. Da quel ticchettio che mi ricorda la fine. Dalle lancette impietose che mi segnano, che mi atterriscono, che mi devastano. Parlami ancora. Parlami ora che non sono me stessa, ora che sono vulnerabile, ora che sono incosciente di nuovo. Parlami ora che sono tra la vita e la morte. Parlami come se il mondo dovesse svanire tra un attimo. Parlami ora che sono debole, ora che le forze mi hanno abbandonata per un attimo, ma che sono prossime al mio sangue. Parlami ora che il tempo sta fuggendo dalle nostre mani, ora che nelle nostre menti c'è solo il delirio. Parlami ora! Ora potrei sopportare la perdita e l'abbandono e folle di rabbia potrei gridare ancora. Fra poco non sarò più me stessa. Fra un attimo avrò indosso la mia vecchia armatura di plastica. Dimmelo lentamente. Respira e dimmelo. Parlami del tuo dolore antico come le macerie dopo la guerra. Dimmi delle tue ferite non curate. Dimmi quanto fanno male le nuvole bianche in un cielo limpido. Dimmi quanto ti fà male la pioggia. Dimmelo adesso. Non pensare alle parole. Non pensare a quanto sanno far male. Respira e dimmelo ora. Ti penso. Ti voglio. Ti cancellerò. Fallo ora o non farlo. Ma non farlo in un giorno di pioggia in riva al mare. Fallo quando non ci saranno nè nuvole, nè livore all'orizzonte. Fallo in primavera. Fallo quando il sole annuncerà la calda estate. Dimmelo quando ormai sarai solo una proiezione delle mie paure e dei miei desideri. Spaventami. Parlami ancora. Parlami dei tuoi sogni, di quando ti sei perso dentro di me, di come mi sono smarrita io dentro le tue parole e nei tuoi respiri corti. Dimmelo quando la notte sarà breve e profumata. Quando odorerà di mare e di biscotti caldi. Quando nell'aria ci sarà solo il profumo della nostra giovinezza. Dimmelo quando non avremo più ricordi nè foto. Quando non avremo più pagine da strappare. Dimmelo ora. Qui. In questa notte lunga e bendata. Io non ricordo più cosa fa bene. Non ricordo più la passione. Non ricordo più i giorni del sorriso e della gioia. In fondo anche le mie nuvole sono finte. Non ricordo più... Dimmelo tu cosa fa più male...

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