lunedì 16 luglio 2012

Fake plastic trees


Tutto è diventato di plastica, finto e insignificante.
Consumiamo quintali di plastica per le cose più futili.
Viviamo amori di plastica, con cuori di plastica intercambiabili attraversati da vene di plastica dove non scorre più il sangue. Pensiamo con cervelli di plastica e indossiamo guanti in lattice per operare ogni giorno i nostri sentimenti. Abbiamo vivisezionato tutto ciò che c'era di vero e non c'è rimasto che un involucro di plastica. Le città sono finte e ormai stiamo annegando tra centri commerciali e case di plastica che ci imprigionano nel finto tepore domestico. Anche gli alberi hanno perso i loro colori e il loro respiro, perchè sono stati sostituiti da alberelli della lego. Come gli alberi di Natale decorati da addobbi di plastica variopinta. Non pensiamo più, non ci fermiamo più se non per guardare vetrine piene di manichini di plastica color carne. Il mare è diventato una distesa di bottiglie di plastica blu, invase dall'inquinamento che noi stessi produciamo con altre bottiglie di plastica. I fiori di plastica ai balconi e sulle tombe. Anche la morte si può "conservare" al meglio in scatole di plastica.
Plastica.
Plastica.
Plastica.
Quintali, tonnellate, chilometri, chili, litri, oceani di plastica schifosa e biodegradabile.
In una scatola di plastica ronzante sono conservate le tue finte lettere e le tue foto non reali, i tuoi ricordi galleggiano in una bolla di plastica che fluttua nel cielo di plastica azzurro. Tutto il nostro mondo passato è stato cestinato e poi riciclato. Alla discarica ne hanno fatto tanti piccoli barattoli di plastica colorata. Sono vuoti. Sono da riempire con marmellate dal sapore di finti lamponi o fragole di lacca rossa.
Siamo solo dei vermi, dei vermi di plastica senza cervello e senza ossa.
Strisciamo tra residui di plastica, tra le macerie dei sentimenti passati e ormai dimenticati.
Siamo stati gli unici esseri in carne ed ossa e adesso in un triste laboratorio sperimentale, ci hanno trasformati. Siamo diventati due estranei di plastica, che vivono in città di plastica, circondati da alberi di plastica che filtrano un sole malato e freddo.
Abbiamo smesso di amarci perchè i nostri cuori si sono plastificati.
Noi, abbiamo spinto il pulsante di non ritorno e attraverso occhi di plastica ci siamo assopiti nei nostri letti di plastica...
Da questa finestra di plastica vedo finti alberi ondeggiare nella aria rarefatta e stagnante.
Per un attimo mi è sembrato di avvertire un rumore sordo...
Cos'era?
Per caso il mio cuore ha avuto un moto di vita?
Devo essermi sbagliata.
In un mondo di plastica, può un cuore di plastica battere?
Impossibile.
Da questa morte non si può più ritornare. Mai più!
Era solo una radio lontana che mandava nell'aria le note di Fake plastic trees dei Radiohead.

Nessun commento:

Posta un commento