sabato 14 luglio 2012

La canzone del parco


Al solito posto, alla solita ora.
Questo è l'incipit.
In un torrido pomeriggio di luglio, quando tutti sono rapiti dalla siesta e dalla brezza leggera e intermittente  che naviga da una finestra all'altra, loro s'incontrano al parco. Alle tre del pomeriggio, quando anche le foglie degli alberi sono immobili. Dietro i tavoli da pic nic vuoti, dove ci sono le giostre, immobili anch'esse. Le altalene aspettano i bimbi e gli scivoli silenziosi restano lì ad osservare, il piano deve essere arroventato. I bimbi sonnecchiano nei loro lettini mentre questi due sconosciuti si danno appuntamento al parco. Non è l'ora del gioco. Sono naufraghi e dispersi e in un abbraccio si sono ritrovati. In un lungo bacio forse si sono riconosciuti...Il parco osserva muto questi due personaggi di un film muto. Ogni immagine è quasi in bianco e nero. In quei lunghi baci è finalmente piacevole perdersi e attraverso gli occhi socchiusi si può vedere il sole che filtra attraverso le foglie, non è invadente. Le foglie si smuovono di continuo come spinte da una mano invisibile. Il sole è sparito e la pioggia ha deciso d'infastidire i due amanti. Due ragazzini 15enni? O due adulti che non sanno spiegarsi il momento estatico? Acqua in piccole bolle cade giù, ma non infastidisce i due che continuano il loro muto monologo. Si, parlano anche così, senza parlare. Lo scorrere del tempo è l'unica cosa che riesce a turbarli. Il tempo passa e la pioggia è andata via. Le giostre continuano a restare mute e immobili, i bambini dormono ancora e nell'aria c'è solo odore di terra bagnata che presto si asciugherà. L'orologio inesorabile come la morte ricorda loro che il tempo è scaduto. Neanche il tempo per un ultimo bacio? Si, ancora uno e poi un altro ancora. Non sono più al punto di partenza, hanno già varcato la soglia della conoscenza. Si salutano un'ultima volta ancora. In fondo non hanno parlato per niente.
Si sono presi le mani e con gli occhi hanno detto:"ancora"!
Ciao dice lei con gli occhi mentre lui và via sulla sua moto, ma si gira un'altra volta ancora e le manda un bacio.

Le nostre sono state solo parole. Il tempo passato ha cambiato ogni parte di me. Ho sentito mia ogni tua paura, ogni tuo dubbio o perplessità...Niente è stato chiaro come in questo momento eterno. Sono state solo parole, attimi bellissimi che è il momento, ora, di richiudere nel baule dei ricordi. Quelli da dimenticare. Fuori dalla mia stanza lascio ogni parte di te. E' passato tutto. Il domani forse è arrivato troppo in fretta, ma le tue erano solo parole inutili. E adesso non voglio più solo parole. Voglio le rose che mi emozionano. Posso stringerti nel mio ricordo più lontano, ma non posso fare altro. Ha smesso di piovere, come per i due sconosciuti del parco, le lancette dell'orologio hanno ricominciato a girare, lo scorrere del tempo ha scandito la nostra fine. Un altro addio? Forse un arrivederci. Chissà...
Per ora è un addio!

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