venerdì 18 maggio 2012

Campanellini


Campanellini in lontananza.
Per la valle, fra i rivoli d'acqua, nelle tue mani.
La donna è mutevole come l'acqua, dicono, ma è mutevole come lo sono i tempi.
In tempi di fughe e bugie, resto ancorata a parole e gesti.
A quei momenti eterni dell'infanzia che sono sempre nella mia memoria.
A tutti i sorrisi che sono riuscita a rubare.
A tutti gli abbracci che ho regalato.
Siamo si mutevoli, ma il nostro cuore è fermo.
In quella stanza grigio cenere, tra lenzuola di lavanda, sotto un cielo di stelle.
Nelle luci della notte che disegnano ombre sulle pareti, in quella voce che riecheggia nell'aria fredda.
Come le tue mani che non dormono mai.
Come i tuoi disegni fatti nella polvere.
Come una preghiera che è stata ascoltata da un Dio spesso distratto.
Come una notte che non conosce fine.
Come la mia forza.
Come il tuo gridare attraverso il suono.
Come le distanze che abbiamo saputo colmare.
I ritorni e le partenza.
L'amore e l'odio.
Tutta muta, anche tu.
Ti sei trasformato in qualcosa di umano.
Hai perso i poteri come una fragile divinità.
Ancora quei campanellini in lontananza.
Sembrano voci sottili di fanciulli già grandi.
Continuiamo a mutare.
Anche adesso che siamo immobili.

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