giovedì 10 maggio 2012

Skin & Bones


Quanto può far male un dolore che già conosciamo?
Cerco di afferrare la lampadina sospesa sulle nostre teste, ma è sempre troppo in alto.
Per entrambi che abbiamo investito carne e sangue. Lacrime, passione e sudore.
Il tempo e il rancore hanno messo fine alle nostre attese.
Il tempo dei giochi è finito e non abbiamo potuto far altro che crescere.
Crescere con le nostri peggiori cicatrici.
La pelle si è macchiata.
Siamo così stanchi, ma non possiamo dormire.
Abbiamo perso il sonno e il tempo del riposo.
Ho creduto in qualcosa che non è mai esistito.
Sei il mio muro di gomma, la mia cella, la mia camicia di forza, la mia morte.
Sei tutto quello che di sbagliato c'è al mondo e che ho sempre cercato.
Sei le mie cicatrici più profonde, i miei errori più grandi, la mia follia senza freno.
La passione e la sospensione degli attimi.
Sei il ricordo più bello e quello più tragico.
Sei solo aria in vena, sei l'eutanasia che non ti uccide.
Sei il coma infinito.
Sei l'abisso senza fine.
Sei il mio boia, il mio carceriere, il mio patibolo.
Sei l'incubo più bello. La superficie lunare che non toccherò mai.
Sei tutte le mie lacrime, quelle che credevo di aver perso e quelle nuove.
Sei un blocco di granito che m'impedisce la visuale.
Sei tutto il male.
Tutto il nero. Tutto il mio sangue. Tutta la comprensione.
Sei la lampadina sopra le nostre teste, che nonostante il temporale riuscirà ad illuminare la stanza.
Sei tutti i miei respiri.
Sei tutti i battiti mancati.
Sei la vita dentro la morte.

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