martedì 15 maggio 2012

The dragon liar


Il drago è uscito dalla mia testa, insieme alle mie grida.
Aveva occhi iniettati di sangue e con arrogante decisione ha puntato la sua preda.
Con uno scatto ha mosso la coda di serpente e ha artigliato la roccia.
Il drago è l'uomo qualunquista ed egoista che approfitta della preda di turno.
Nei rapporti sociali, in una realtà permeata di falsità possiamo fidarci del nostro prossimo?
Mai. In nessun caso.
Non avrebbe senso crescere un cucciolo di drago nella propria dimora come se fosse un gatto, perchè un giorno, questo risponderà alla sua vera natura e ci friggerà. Letteralmente. Non si può addomesticarlo e tentare di fargli dimenticare di avere una fornace al posto dello stomaco e una pietra al posto del cuore.
Come una lieta gravidanza, culleremo il suo uovo nel tepore del nostro amore. Lo chiuderemo nel palmo della mano come se fosse un gioiello raro e non ci renderemo conto che in realtà è solo un mostro.
Un terribile mostro oscuro e carnivoro. L'uovo si schiuderà e quel piccolo mostro schifoso incendierà il nostro naso, ma noi saremo lì pronte a perdonarlo, perchè in fondo è ancora solo un cucciolo. Poi crescerà e inizieranno i primi litigi, i primi tira e molla sulle sane abitudini alimentari del piccolo viscido drago egoista. Ma noi troveremo sempre una giustificazione per tutto, anche quando ci avrà distrutto tutti i mobili, incendiato tende e cuscini e divelto le tavole del parquet (pagato con il sudore della nostra fronte).
Quando sedute sul divano in piena notte, stile gufo appollaiato sul trespolo, aspetteremo che rientri dalle sue uscite notturne, lui ritornerà e brucerà le poche cose rimaste, noi da brave vittime, cosa faremo?
L'unica cosa incomprensibile: lo perdoneremo per l'ennesima volta.
Faremo un cumulo delle ultime ceneri e ceneremo sopra di esse.
Quando finalmente il drago sarà adulto e dei nostri averi non ne sarà rimasto che un piccolo mucchietto di ossa e fuliggine, allora e solo in quel momento riusciremo finalmente ad aprire gli occhi.
Sarebbe stato meglio distruggere l'uovo o farci una bella frittata. Se non altro avremmo riempito il nostro povero stomaco. Il drago per sua natura tenta di mangiarci ogni volta che abbassiamo la testa, ogni volta che perdiamo il controllo, ogni volta che ci fidiamo. E tutte le volte che ci sorriderà tra una spira di fumo e l'altra, noi, affascinate ci faremo avvolgere dal fuoco.
Del resto è risaputo che le prede sono attratte dai loro predatori.
Il drago dovremmo ammazzarlo, schiacciarlo, annientarlo nel suo involucro, quando ancora non è così forte, quando è ancora chiuso nel suo guscio assopito. Dovremmo annegarlo nel suo livido amniotico. Strangolarlo con le nostre stesse mani. Non è un cucciolo, non lo è mai stato. Abbiamo allevato un mostro, un orrendo scherzo della natura senza cuore. Il drago non ha sentimenti neanche per sua madre, non troveremo mai bontà nei suoi occhi gialli e liquidi. Nei suoi artigli non potremo mai trovare mani carezzevoli.
Solo fuoco e crudeltà.
Meglio allora arrostirlo sulla graticola dell'indifferenza.
Meglio farlo a pezzi e farne spiedini con il rosmarino.
E se il rosmarino rappresenta la memoria, ad ogni boccone riusciremo a ricordare solo i disastri che ha creato nella nostra vita e non le volte che ci ha guardate con una parvenza di dolcezza.
I suoi occhi di mostro saranno solo un triste ricordo.
Potremmo aprire un ristorante e servire carne di drago fresca.
Tutti i pezzi del maledetto bugiardo impanati e fritti, arrostiti, bolliti, tritati, tagliati a dadini, ecc...
Anche perchè in qualche modo dovremmo pur riscattarci.
E per traformare le nostre perdite in guadagni sarà meglio farlo vivisezionando il mostro per venderlo ai nostri migliori clienti.

Menù del giorno:

Antipasto di drago all'insalata
Pennette con scaglie di drago
Fegato di drago avvelenato
Aspic di drago bollito
Macedonia di drago con panna
Caffè (quello vero)

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