lunedì 14 maggio 2012

Musica per pochi eletti ... Fortunatamente!


Il diluvio impazza e un'ondata mi colpisce in pieno viso.
Purtroppo non è l'ondata di Samuel, ma una peggiore. Il grande ego! Non il mio.
Quello che ci fa perdere di vista l'umiltà e la giusta autocritica.
Oggi vivisezionerò un animale molto molto particolare,
purtroppo non del tutto in via d'estinzione: il musicista.
Da vari dettagli possiamo individuare questo esempio di non-morto vivente. Dal tipo di abbigliamento per esempio, se porta la sciarpa è molto probabile che sia un cantante; dal tipo di mezzo, se usa la moto potrebbe essere un chitarrista o un bassista e via dicendo. O dalle occhiaie che scendono fin giù alle caviglie.
Spesso saccenti e pieni di se in alcuni casi pensano di essere i nuovi Plant o Freddy o Jim e non si rendono conto di essere solo tristi menestrelli che accostano varie note su un pentagramma sgranato (questo strumento sconosciuto).
Vivono in un mondo tutto loro e comprensibile solo ai loro stessi simili. Sono capaci di dimenticare le cose più importanti, anche quelle fisiologiche come mangiare o dormire, nei casi estremi non accorgersi del morto in casa se non dal puzzo della decomposizione e dalle onoranze funebri che hanno fatto saltare il citofono a suon di martellate.
Possono essere in grado di fare acrobazie, degni della migliore Moira Orfei, nella stanza in completo sfacelo solo alla ricerca del plettro giusto. Sanno cambiare la corda ad un chitarra in equilibrio precario su un piede solo e con una sola mano, ma non sono capaci di usare il cellulare. Mi rendo conto che in alcuni casi digitare i tasti di un cellulare può essere davvero difficoltoso quanto disinnescare una bomba posizionata nella scuola materna nel giro di 3 secondi netti. Sanno trovare il giusto accordo e non sanno accendere il gas o peggio, hanno dimenticato come si usa il sapone. Eppure io sono convinta che abbiano avuto a modo loro una famiglia degna di questo nome. Ma nessuno ha insegnato loro le norme basilari dell'igiene, ma giusto per evitare la peste (ormai debellata da tempo)?
Radical-chic che ormai hanno perso lo chic per strada. No-global che non si alzano dal pavimento a meno che non stia arrivando un'inondazione da cataclisma.
Ognuno di loro ha una funzione e un posto preciso nel disegno globale. Il frontman davanti con manie di onnipotenza degne di narciso in persona. Il chitarrista che non vede l'ora di sviscerare il suo assolo micidiale, intanto ha dimenticato tutto il resto. Il bassista che avendo pure un certo fascino è sempre in un angolo ad ascoltarsi nell'amplificatore. Il tastierista che io immagino sempre con i capelli lunghi color lilla alla Satomi e che sa muovere solo il culo. Infine il batterista. Questo esemplare atipico è quello che mi ha sempre affascinata più di tutti. In fondo, nascosto, isolato da tutti con le cuffie, polsiere, magari capelli lunghissimi e bacchette pronte. La batteria mi fà pensare molto alla preistoria, a qualcosa di atavico, qualcosa di primordiale, selvaggio e naturale. Infatti i batteristi sono proprio così. Ti ritrovi in un lungo monologo quando ti accorgi che stai parlando da circa mezz'ora e quello non ha colto nulla, perchè continua a picchiettare le mani sulle cosce come se fossero piatti, alla ricerca del tempo giusto. Essendo anche uno strumento molto fisico, richiede una notevole resistenza. Infatti la maggior parte di loro non vede l'ora di sfoderare il petto scolpito per poter conquistare la ragazzetta di turno che sbava sotto il palco.
Non sono solo strani, sono alieni che vivono fuori dal nostro sistema solare. Non vedono nè numeri nè parole, vedono solo note. Ma spesso alcuni di questi magnifici esemplari non sanno neanche cosa sia un pentagramma, ne un fa diesis, ne leggere la musica. Allora mi chiedo se, miei cari mostri musicanti vi siete votati a questa nobile arte, perchè non approfondirla sotto tutti gli aspetti? In modo da evitare spiacevoli equivoci nel momento in cui vi renderete conto che per registrare il vostro mitico pezzo alla siae, dovrete presentare spartito corredato di quei mistici geroglifici che noi tutti chiamiamo note.
Meglio sguazzare nell'assordante frastuono che cercare di migliorarci.
Il loro ego poi,  potrebbe riempire il grand canyon e non basterebbe, se fosse pane potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo e forse tappare anche il buco nell'ozono. Non sia mai che il vostro parere sul nuovo pezzo sia contrario al loro. Apriti cielo che presto arriverà il vero diluvio. Quello di parole. Sull'affermare con insistenza che voi in fondo non siete "addetti ai lavori" e che non potete capire minimamente che sforzo ci sia dietro. E su questo posso anche essere concorde. Ma allora mi chiedo se il parere lo chiedono per sentirsi dire la verità? O solo per essere osannati e incensati? Io credo molto di più nella seconda ipotesi. Vivono di notte e sono sempre alla ricerca di una cartina (non quella stradale, altrimenti sarebbero in grado di ritrovare la strada di casa). Lo strumento è il prolungamento dei loro arti.
Per non parlare di tutta la corte di cavi, jack, effetti, pedaliere e altri oggetti mefistofelici. Sembrano soldati che si preparano ad andare al fronte, guerrieri mitici armati di plettri e bacchette.
Perciò quando chiederete ad uno di questi: "Che musica fai?" lui di sicuro risponderà: "Musica per pochi eletti." e lo dirà con un'aria fiera. Nell'attimo in cui sarà finita l'esecuzione penserete "FORTUNATAMENTE!".
Io ovviamente parlo di tutti quei pseudo musicisti che invece di tentare insistentemente di rovinarci i timpani potrebbero tranquillamente andare a raccogliere fragole in Norvegia. La manodopera di questi tempi è in netto calo. Tutta la mia vita è accompagnata dalla musica. La musica fatta bene, con il cuore. Quella che comunica qualcosa anche ad una profana come me.
La musica che non è fatta in modo approssimativo e non è dozzinale, soprattutto che non sia per la massa.
Perciò miei cari musicisti, abbassate un pò i toni del vostro ego, perchè i grandi potevano permetterselo, in quanto immortali, voi dovreste livellare la misura dell'ego con la misura del talento.
E se l'ago della bilancia pende troppo verso il talento, è molto probabile che stiate usando la bilancia sbagliata.

2 commenti:

  1. I critici musicali ora hanno il blog. Gli artisti in circolo al Circolo degli Artisti. I falsi nerd con gli occhiali da nerd. I radical chic senza radical. Nichilisti col cocktail in mano che sognano di essere famosi come Vasco Brondi, che appoggiato sul muro parla con la ragazza di qualcuno. Anoressiche alla moda, anoressiche fuori moda, bulimiche si occupano di moda. Mentre aspiranti DJ aspirano coca aspiranti attrici sospirano languide con gli autori tv, gli stagisti alla Fox, i registi di clip. I falliti, i delusi, i depressi, i frustrati. Gli emo riciclati.
    I gruppi hipster, indie, hardcore,
    punk, electro-pop. I Cani.
    I gruppi hipster, indie, hardcore,
    punk, electro-pop. I Cani.
    I gruppi hipster, indie, hardcore.
    (I Cani - Velleità )

    RispondiElimina
  2. Io direi solo falliti e frustrati!

    RispondiElimina