mercoledì 9 maggio 2012

La riva sottile


Il centro della fiamma è diventato un cuore nero.
Nero come la cancrena della mia anima. Nero come le tenebre nelle quali mi hai celata.
Il sangue si è rappreso e un odore nauseabondo si espande per le stanze. Per le pareti di acciaio.
Lamiere contorte come dopo un incidente. Il vento trascina le nostre anime attraverso la nebbia.
Ferro rovente e rosso sangue.
Come gli attimi dispersi nel disastro.
E' tutto inutile ormai. Distesa sotto i cadaveri degli altri non posso più muovermi.
Lontano. Vuoto statico. Crudele sazietà.
Le luci non si riaccendono più. Il buio è dovunque ed è denso come pece.
Le mie dita si sono intorpidite attorno a quel bordo scalfito.
Non riesco più a muoverle.
Silenzio assordante. Condanna eterna.
La tua misericordia è destinata ad altre vittime sacrificali.
Aridità e la monotonia. Nebbia di calce e cavi attorcigliati.
Ho imparato a sanguinare senza farmi male.
Hai sezionato sul tavolo operatorio le mie azioni e il mio orgoglio.
Le tue mani sono fredde e l'orizzonte è una riva sottile.
Le hai strette attorno al mio collo e il tempo ci ha spazzati via come granelli infinitesimali.
L'acqua ha lavato tutto, anche il sangue, ma è rimasto il nero.
Nero ovunque. Sui nostri rimpianti e sui i nostri stupidi alibi.
Abbiamo costruito alibi perfetti, dai quali non possiamo più salvarci.
Dentro la selva delle tue bugie siamo ancora intrappolati.
Annego ancora una volta. Ancora una volta nel sangue mentitore.

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