venerdì 13 aprile 2012

Apart


Ricordo un pomeriggio d'estate. Un pomeriggio di caldo torrido. Nell'ora canicolare si avvertiva un senso di quiete, di pace forzata. Solo i grilli cantavano, non erano stanchi e continuavano il loro concerto ostinati. Dov'è finita quell'estate? Quell'attesa di vederti non c'è più, non fà più parte di noi. Ho aperto il baule dei ricordi, ma tu non riesci più a venirne fuori. Sei stato una meteora, durata tanto. Siamo l'incastro mai perfezionatosi, eppure è come se al tempo stesso fossimo perfetti nei nostri difetti. Ho provato la gioia delirante e il dolore lancinante. La gioia della nascita. Il dolore della perdita. Tutto in una cosa sola. E quei pomeriggi estivi sono come sospesi nell'aria. Ricordo una stanza nella penombra, una musica in sottofondo e noi due separati. Ricordo una notte abbagliante, la luna che entrava nella stanza e ci illuminava come se fossimo fatti di pietra. Ricordo l'imbarazzo e la conoscenza profonda insieme. Ricordo le notti ad aspettare le telefonate inesistenti. Ricordo ancora i profumi dell'aria. Le lacrime che non abbiamo versato, le parole che non abbiamo detto, le grida che sono rimaste in gole. Abbiamo perdonato, abbiamo rimosso, abbiamo conservato, buttato, disegnato, costruito e distrutto. Abbiamo fatto tutto e niente. Che cosa ne è stato del nostro tempo? Siamo rimasti intrappolati in quei pomeriggi assolati e desolati? Aspetto tutta la notte, solo per sentire il tuo bacio, ma mi sveglio sempre sola. L'estate non c'è più. C'è un inverno impossibile e infinito. C'è solo pioggia e traffico. Le pozzanghere gelate e il vento freddo. Siamo separati eppure ancora insieme. Sento la tua presenza e vorrei non vederti più. L'incastro non funziona più o non hai mai funzionato in fondo?

I nostri difetti ci hanno resi speciali, unici. Abbiamo amato più di tutto i difetti dell'altro e abbiamo dimenticato di guardare i pregi. Mi sentivo a casa eppure sperduta. Ti sentivi te stesso eppure mi temevi. Quante menzogne ci siamo raccontati? Quante volte abbiamo chiuso gli occhi? E quante volte abbiamo finto di non sentire? L'estate è andata via, dimenticata completamente. Distesi al buio parlavamo senza aprire bocca. Sono entrata nella tua testa e mi sono persa. Sei entrato nel mio cervello e non hai voluto più andartene. Abbiamo consumato fiumi d'inchiostro. Abbiamo amato di un amore giovane, vecchio, nuovo, speciale, ardente, sconosciuto, violento, dolce, infantile, disumano e semplice. Abbiamo dato tutto e non ci è rimasto più nulla. Siamo diventati due bottiglie vuote. Siamo cambiati e siamo ritornati sui nostri passi. Abbiamo lasciato le nostre orme sulla spiaggia bagnata e non ci siamo mai voltati indietro. Mai! Come la notte della luna piena, quando hai fissato i tuoi occhi dentro il mio corpo. Non potevo più sfuggirti. Siamo scivolati via, siamo caduti in quello spazio sconosciuto e nostro. Estate torrida e assassina. Il ticchettio dell'orologio perverso e velocissimo ci ricordava che il nostro tempo era scaduto. E' stato sempre un tempo scaduto. Non abbiamo mai avuto tempo in realtà. Siamo stati divorati dalle lancette impietose. Il tempo ci è stato negato e noi l'abbiamo rubato. Abbiamo combattuto fianco a fianco. Ci siamo arresi. Orfani distesi sulla riva disabitata. Tenacemente abbiamo resistito. Testardi vincitori. Brancolavamo nel buio di quella perduta estate ferma, che singhiozzando ci tratteneva. Ci trascinava per i capelli, per le mani, graffiava come un gatto selvatico. Sono stata ingannata dal caldo notturno. Quando ti mancava il fiato e con le mani mi cercavi al buio. Sono ancora lì. Intrappolata nei tuoi respiri mancati, nelle tue poesie senza finale, nelle tue canzoni senza strofa. L'inverno non ha ancora abbandonato il suo giaciglio, eppure tu sei ancora qui, con la tua presenza non-presenza.
Ci siamo ripudiati e ripresi. Ci siamo ammalati e curati, contagiati e curati nuovamente. Ci siamo negati, concessi e allacciati. Ci siamo riconosciuti fra tanti. Perdonati, confessati, assassinati.
Siamo morti e rinati. Ci siamo rinnovati e convertiti al nostro ateismo, tuttavia siamo sempre noi.
Se chiudo gli occhi siamo ancora lì.
Nel crepuscolo di quella stanza.
D'estate.
Il fragore del mare sotto di noi.
Sospesi tra sonno e veglia!


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