domenica 15 aprile 2012

La piccola mosca



C’era una volta una mosca, una piccola mosca. Non era particolarmente bella, ma era molto intelligente. Un giorno si ritrovò in uno sciame di mosche nere, esattamente come lei. Incuriosita iniziò a chiedere dove andassero, ma nessuno le rispose, un po’ perché era davvero troppo piccola, un po’ perché la consideravano una strana mosca. Conobbe una mosca maschio. Lui era davvero un esemplare attraente. Grande con ali iridescenti e occhi vividi. Questi le fece notare che la piccola mosca aveva una bellezza insita, un qualcosa che però non era possibile vedere ad uno sguardo poco attento.
La piccola mosca pensò che il moscone la stesse prendendo in giro, ma iniziò ad essere gentile con lui. 
Lui la portò con sé. La piccola mosca aveva il dono di vedere sempre il buono in ogni cosa. Pensava che ogni essere vivente fosse capace di amare. Così iniziò la sua nuova vita. Il moscone si rivelò non così buono. Vagavano alla ricerca di cibo e si mescolavano con le altre mosche. La piccola mosca iniziò a diventare anche più bella. Non era certo luminosissima, ma la sua luce era particolarmente affascinante, calda e avvolgente. La piccola mosca si stancò del moscone e abbandonò la via che da un po’ percorrevano insieme e si diresse nello sciame. Qui incontrò altri mosconi più o meno interessanti, ma sempre simili tra loro, nessuno di questi aveva un dono particolare. Così la piccola mosca decise di non mostrare più la sua luce e di comportarsi esattamente come gli altri. Un giorno sulla sua strada incontrò una mosca particolare, molto particolare. Sembrava come le altre, però era molto più luminosa con grandi ali perlate e occhi grandi. La mosca era bianca. La piccola mosca ne fu subito attratta. Solo la piccola mosca percepiva la sua diversità. Nessuno dei loro simili la trovava affascinante. Anzi la indicavano come un essere anomalo. Allora la piccola mosca prese a seguire la mosca bianca. La mosca bianca si rivelò capace di cose straordinarie, ma anche di cose terribili. Viaggiarono attraverso il tempo e lo spazio, per mari e per deserti. Superarono colline e montagne, pianure assolate e ghiacciai innevati. Per la piccola mosca era tutto nuovo e la mosca bianca le insegnava ogni cosa. La mosca bianca però era velocissima con le sue ali leggere e rapide e la piccola mosca spesso arrancava dietro. Non sempre la mosca bianca aiutava la piccola mosca e spesso nascevano litigi ed incomprensioni. Un giorno la mosca bianca decise di arrivare fino al sole e disse alla piccola mosca che a differenza di Icaro lei ce l’avrebbe fatta. Le sue ali non si sarebbero bruciate e avrebbe visto anche la luce di Dio se solo avesse voluto. Ma per fare quel viaggio servivano doti speciali. La piccola mosca ne fu spaventata. Disse che non ce l’avrebbe mai fatta allora chiese alla mosca bianca d’insegnarle quella tecnica di volo speciale, ma la mosca bianca era troppo presa da se stessa e partì lasciandosela dietro. La piccola mosca provò ad inseguirla. Ma più si avvicinavano al sole più la piccola mosca restava indietro. Cercò di chiamare il suo compagno ma lui non poteva sentire perché la luce era così bella e il vento troppo forte. Allora la piccola mosca si fermò nell’aria tersa a prendere fiato e pianse. Triste, intraprese il viaggio di ritorno. Da sola. Ritornò dalle altre mosche e per colmare il vuoto del suo cuore si mise a cercare una mosca che somigliasse a quella bianca. Si accorse però di essere cambiata. Nessuno era capace di amare come lei e questa sua onestà le faceva sentire esclusa. Chissà quali avventure stava vivendo la mosca bianca? Le sue ali bellissime e seducenti l’avrebbero di sicuro condotta in regni sconosciuti e meravigliosi. 
Che la piccola mosca non avrebbe mai visto!

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