martedì 17 aprile 2012

Fake love


Una fisarmonica, una strada semi deserta, un lampione illumina debolmente l'angolo della strada, un uomo e una donna camminano tenendosi per mano...
Una scena da cartolina romantica, con annessa frase da baci perugina sotto.
Tutto trasuda romanticismo. Finto.
Già vediamo Parigi con i suoi Champs Elysee, le luci gialle che illuminano Notre-Dame, una parte della Senna (per la cronaca Notre-Dame e i famosissimi Champs Elysee sono in due zone completamente diverse, ma le maledette trovate pubblicitarie tendono a dimenticare la geografia) e i due innamorati che passeggiano...Che teneri! Da diabete! Gli Champs Elysee saranno anche romantici, ma quando non piove e forse non sempre ricordiamo che i cosiddetti Campi Elisi erano per la mitologia greca il regno dei morti. I francesi hanno davvero uno strano senso dell'umorismo. Mentre noi sogniamo ad occhi aperti e immaginiamo già il futuro dei due poveri sfigati (con marcia nuziale in sottofondo), le grandi case di produzione di cioccolato sghignazzano e preparano già il loro rendiconto annuale. Ma siamo davvero così stupidi o i pubblicitari di oggi giorno sanno esattamente quanto vuoto dobbiamo riempire quotidianamente? Io opto per la seconda. Se da bambini ci lobotomizzavamo il cervello a furia di cartoni e a Natale volevamo a tutti i costi l'ultima bambola che pattinava da sola, un motivo ci sarà! Eh si! A febbraio la famosa bambola era già rotta e abbandonata in qualche angolo remoto della casa. A distanza di anni ho ritrovato la famosa bambola, un pò impolverata ma tutto sommato in buone condizioni. E' orribile e poco funzionale al gioco. Non stimola la fantasia di una bambina, perchè pattina e basta, è di plastica rigida e il marchingegno che la fa pattinare fa un rumore infernale. Ma il pubblicitario che studiò con meticolosa cattiveria lo spot da mandare in onda il pomeriggio tra un cartone e l'altro era, direi, assai scaltro. La bambola fu un must! 
E tutti comprarono il tremendo giocattolo. 
Se da bambini riuscivano a farci credere che le bambole potessero pattinare da sole, ora che siamo grandi crediamo ancora a Babbo Natale versione Cupido. Il primo gravissimo, irreparabile errore lo fanno le nostre mamme. Leggendoci le versioni edulcorate delle favole, come Biancaneve, per esempio (non tutti sanno che la versione originale dei fratelli Grimm è un pò più cruenta della versione di casa Disney). Poi cresciamo e invece di leggere i fumetti, come fanno i maschietti, iniziamo il nostro lunghissimo calvario letterario con Piccole Donne, Jane Austen, le sorelle Bronte e Liala (mio personale guilty pleasure). Se li si compra tutti insieme, in omaggio regalano un rasoio. Vuole essere un messaggio subliminale? 
Iniziamo a fantasticare sul leggendario amore romantico che nonostante le sue traversie riesce sempre a trionfare. Non conta se spesso trionfa solo dopo la morte. Immaginate quanto sarebbe stato noioso se la vicenda di Romeo e Giulietta avesse avuto un happy end. Cosa avrebbe potuto raccontarci mr. Shakespeare se Romeo fosse arrivato in tempo, se avesse salvato la sua Giulietta e insieme fossero fuggiti alla volta di Mantova? Niente! Perchè a nessuno importerebbe un fico secco delle tribolazioni di tutti i giorni dei coniugi Montecchi! Le bollette da pagare, le rate del mutuo, il pargolo con il morbillo etc...Ci stiamo ancora chiedendo cosa mai faranno Elizabeth Bennet e mr. Darcy con tutti i soldi a disposizione e ville in ogni dove. E' molto probabile che siano in piena crisi già da qualche anno. 
Non c'è da meravigliarsi se mr. Darcy rincorra il suo amichetto gay di turno nei giardini di Pemberley e Lizzy si sia data alle sbronze notturne.
Il mio cinismo non risparmia nessuno a quanto pare!
Stiamo ancora aspettando che Babbo Natale riesca a passare dal camino e che ci porti il tanto desiderato principe azzurro. E' molto probabile invece, che sia leggermente ingrassato, tanto da non riuscire a passare neanche dalle porte di un hangar. In tutte le versioni letterarie il principe non solo è azzurro, ma dotato di tante virtù, quante noi povere comuni mortali ne siamo sprovviste. Non avrebbe senso passare la vita accanto a mr. Perfezione. Sarebbe tremendamente monotono, ma soprattutto obsoleto. Eppure le bambine di oggi conoscono a menadito tutte quelle trappole letterarie per l'infanzia, che hanno reso il nostro presente pessimo. Il premio come peggior esempio però va a Via col vento. Non solo è una trappola micidiale, ma è anche fuorviante. Si, perchè noi povere sognatrici da quattro soldi, abbiamo prestato poca attenzione al famosissimo finale. La tremendissima protagonista (ma una molto affascinante Vivien Leigh per chi non lo sapesse) dopo aver inseguito per ben 224 minuti (mica pochi) lo scialbo e poco affascinante Ashley, si rende finalmente conto di amare (per la prima volta a mio parere) suo marito Rhett e cerca in tutti i modi (neanche poi tanti) di recuperare il suo disastroso matrimonio con annessa dichiarazione alla melassa. Lui cosa fà? La sola cosa possibile. Và via! In tal caso se mai uomo abbia avuto il coraggio di sorbirsi questo polpettone storico-romantico, scatta l'applauso con ola da stadio. La protagonista dopo aver ceduto (per non più di 2 minuti) al dolore recita la sua battuta ad effetto: E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno! E noi lì a piangere e a ingurgitare gelato con granella al vetriolo. La cosa grave è che non abbiamo capito niente. Niente! La nostra eroina è una vincente, decide di non soffrire, ha perso si l'uomo della sua vita, ma si rimette in gioco e sulle note del tema principale sfida la tempesta che è la vita e stringe i denti. E noi invece pensiamo solo a quanto soffrirà la poveretta che adesso è sola e abbandonata. Il nostro cervello è cosparso di pigne a forma di cuore. Il tema ricorrente di tutte queste storie d'amore è la tragicità, l'irrisolto, il dolore...abbiamo divorato pagine e pagine di romanzi amorosi eppure stiamo ancora aspettando il lieto fine! Cosa abbiamo davvero capito di queste grandi storie? Abbiamo afferrato solo lo struggimento e l'agonia e non ci siamo minimamente soffermate sulle ragioni che inducono i protagonisti a soffrire!
Dopo aver letto Cime tempestose sogniamo l'uomo burbero e crudele e già ci vediamo in camicia da notte diafana e in fin di vita. Dopo Anna Karenina immaginiamo già il treno a vapore che avanza sbuffando e gli occhi tristi del conte che piange la nostra tragica morte. O la mitica Jane Eyre, la sola femminista ante-litteram. Ma abbiamo davvero amato anche tutti i protagonisti maschili? Heathcliff è il solo a mio parere salvabile, ha il carattere del vero uomo, rude e crudele. Per quanto riguarda il conte Vronskij, butterei volentieri lui sotto il treno. Indeciso, infantile e stupido. Edward del resto è il peggior bugiardo della letteratura ottocentesca. Ma che diavolo abbiamo sognato?
Quindi dopo essere uscite indenni dalla peggiore adolescenza (quella in cui ancora si leggeva) da grandi abbiamo sperato di incontrare la nostra metà della mela. Ma l'altra metà o era marcia oppure aveva dentro il verme. Con la mia fortuna a me è capitato solo il verme! E come diceva la famosa Holly Golightly ci sono solo vermi e super-vermi. Adesso si tratta di capire solo quale tipo di verme abbiamo di fronte. Dopo aver sognato in rosa per anni e anni è difficile per noi povere romantiche individuare il verme. Vista la nostra scarsa autostima (perchè aspettiamo qualcuno che ci completi, quando abbiamo tutti gli arti al punto giusto?) e la nostra buona fede (ancora crediamo all'uomo infedele che cambia la sua natura, al crudele che si ravvede, all'egoista che penserà prima al suo prossimo, a quello sposato che lascia moglie e figli per noi, etc..) sarà per noi un compito assai arduo preservare il nostro debole cuore. Ma un modo ci sarebbe. L'idea ce l'ha suggerita il regista di "Se mi lasci ti cancello" (titolo davvero improbabile) Michel Gondry. Stavolta invece di cancellare dalla nostra memoria l'ultimo, fatale amore andato a male, potremmo decidere di cancellare dalle nostre menti l'idea dell'amore romantico. Perchè nella realtà NON ESISTE! Non può esistere! Non esiste l'uomo che uccide il drago e salva la principessa (che per la cronaca è una decrepita  matusa di 100 e passa anni), non esiste l'uomo che ama incondizionatamente una sola donna, per tutta la vita. L'essere umano è per sua natura portato a provare vari tipi di pasta, non si accontenterebbe mai di mangiare per tutta la vita pasta al forno. Di conseguenza non avrebbe senso uccidere il drago se poi devi mangiare ogni giorno la stessa minestra. Meglio lasciar vivere il drago per non rischiare gravi ustioni, dimenticarsi della vecchina che dorme placidamente nel folto del bosco e darsi alla caccia alle cortigiane, facili da reperire e molto più gestibili. Il lago dei cigni potrebbe essere una versione quasi veritiera della mente maschile. Il protagonista prende una sonora sbandata per la sosia (il cigno nero) molto più sensuale del cigno bianco che si lagna continuamente. Ma il lieto fine sono riusciti ad inserirlo anche lì, seppure nel regno dei morti, il principe e la sua bella vivranno per sempre felici e contenti.
Visto che nell'ottocento l'eroina romantica era vista come una donna asessuata, il grande Tolstoj, quasi nello stesso periodo, ci regala un'eroina fedifraga e passionale, anche Flaubert disegna una donna dissoluta. Eppure noi siamo rimaste lì ad aspettare che Jane ritorni dal suo amato Edward. Non abbiamo colto la verità. Gli unici capaci di renderla tale sono stati gli uomini non le donne, ma noi, come al solito, siamo arrivate tardi a lezione e ci siamo perse la spiegazione. Il vero amore è quello tragico, quello fugace, quello che non supera la tempesta. E se per anni siamo state ingannate da un surrogato al miele è ora di prenderci la rivincita e di non cedere più ai super-vermi. Il super-verme non cambierà mai la sua vera natura per amore di una donna, così come le bambole non possono pattinare davvero. L'uomo perfetto non esiste, così come non esiste il principe azzurro. Esistono gli uomini veri, che vivono una vita reale e in questa vita i principi, sono solo quelli che vengono imprigionati nelle copertine dei rotocalchi rosa, in compagnia della signorina poco per bene rimorchiata al pub sotto casa. Babbo Natale non esiste e Via col vento è solo una trovata cinematografica datata. Perchè se continuiamo ad aspettare il nostro, tanto agognato, regalo di Natale, ci perdiamo la vita reale e magari non notiamo il nostro vicino di casa strafigo, che non solo è single e ci tiene aperta la porta dell'ascensore, ma, cosa più importante, non è gay!
Perchè anzichè immaginare il nostro partner come un novello Edward Rochester, sarebbe meglio premunirsi di guantoni e salire sul ring. E se per la 300esima volta rileggiamo Cime tempestose e ci soffermiamo sulle parole sottolineate con l'evidenziatore rosso, va ancora bene. Ma andrebbe meglio se tirassimo un sospiro, chiudessimo il libro e al prossimo appuntamento ci presentassimo con una mazza chiodata.

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