martedì 10 aprile 2012

Web o non web? Questo è il dilemma (L'olimpo crudele e perverso)


Quanto è ridicolo illudersi!
La prima regola dell'attrazione c'insegna che se sei affascinante e brillante, come miele attirerai il tuo prossimo. E non solo quello! Se per lungo tempo abbiamo aspettato che qualcuno si è accorgesse di noi, un bel giorno non solo quel qualcuno si è accorto di noi, ma anche altri mosconi hanno aperto gli occhi. Che noia! In una realtà prettamente virtuale scoprire che ci sono esseri umani tangibili è destabilizzante.
O quasi!
Da piccoli facevamo la fila alla cabina telefonica con i nostri bei gettoni color rame, aspettavamo che la mamma ci desse il permesso di telefonare da casa, consumavamo litri di coca cola e giocavamo a pallone nel cortile sotto casa. Siamo caduti dalla bicicletta, ci siamo sbucciati le ginocchia e divorato gelati dalle forme improponibili. Eppure siamo ancora vivi! Strano!
Scrivevamo ancora le lettere, quelle vere, con carta e penna. Leggevamo il "cioè"  e restavamo basite davanti alla posta del cuore. Oggi farebbe ridere. Che paradosso!
Indossavamo il vestito buono per andare a pranzo dalla nonna, la domenica.
Adesso aggiorniamo il nostro profilo di facebook o il myspace e abbiamo dimenticato l'indirizzo della nostra estetista. E se il nostro fidanzatino del liceo ci lasciava per la ragazza più popolare, oggi veniamo rifiutati da vari tipi di tecnologia. Attraverso i dannati social network scopriamo che il nostro amante virtuale si è consolato con la donnina allegra che vende amore sul web.
E' tutto così finto o è solo tutto nella nostra testa?
Mi capita spesso di ascoltare stralci di conversazione e tutti parlano in virtualese.
-Sai una settimana fa ero "fidanzata ufficialmente". Nel giro di pochi giorni sono passata da  "relazione complicata" a "single" con un semplice click.-
Amore malsano.
Amore dannoso.
Amore virtuale.
Ma che vita è mai questa?
Davvero ci siamo venduti al lato oscuro della forza?
Ci siamo comprati l'infelicità, ci siamo immolati spontaneamente sull'altare del Dio del web.
Ci siamo rinchiusi in una gabbia immaginaria e abbiamo buttato via la chiave.
Le nostre aspirazioni e la nostra fantasia le abbiamo barattate per una manciata di notifiche, che a quanto pare ci fanno fremere e palpitare.
Maledizione!
Vorrei ancora fare la fila alla cabina telefonica.
Ti maledico, dannato mondo virtuale!
Siamo tutti morti, in attesa di una degna sepoltura. La cosa grave è che non ce ne rendiamo conto.
Siamo tutti disperati, ma ci deliziamo nell'indolenza invece di reagire.
Preferiamo anestetizzarci davanti al monitor piuttosto che buttare il PC dalla finestra!
Invece di andare a prendere il caffè con i nostri amici scegliamo di linkare, postare, googlare, spammare e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo costruito i nostri alibi perfetti e inattaccabili. Abbiamo ucciso la spontaneità, la naturalezza e i rapporti umani. La vita correva e noi abbiamo deciso di farle fare i 100 metri piani, con un bicchiere di vino in equilibrio precario sulla testa.
Se prima funzionavano i rapporti a due, oggi non ci bastano più e preferiamo tuffarci nelle orge virtuali.
"Cupido ha preso il volo dal condominio?"
Se Sex and the city e Californication sono la bibbia per uomini e donne del nuovo millennio, non c'è da stupirsi. Abbiamo scelto tutto questo perchè i rapporti seri sono quelli a due. Quelli più difficili. Rapporti veri, ma che richiedono troppo dispendio di energie. E' molto più bello immaginare un presente alternativo, molto più gratificante sognare la famiglia del mulino bianco che nella realtà non esiste!
Il mulino bianco è diventato un open space per vernissage, un ritrovo per alieni, ristorante macrobiotico e cruditè per intellettualoidi single.
E se per caso incontriamo l'uomo "giusto", invece d'invitarci a cena, ci chiede il link del nostro profilo twitter. Oggi possiamo comprare tutto su ebay, anche il buon umore. Possiamo comprare i figli, prendere in affitto l'utero di qualcuno, possiamo perfino riuscire ad avere il dono dell'ubiquità. Un giorno ci procureremo anche il tasto che spegne i sentimenti e le sensazioni.
Quand'è che potremmo procurarci il buon senso?
L'abbiamo sepolto in cantina, insieme alle trine e ai merletti della nonna?
Il lupo cattivo ha conquistato Cappuccetto rosso, hanno ucciso la nonnina buona e si sono divisi i soldi dell'eredità. Entrambi hanno creato il proprio profilo facebook e hanno postato le foto della loro ultima pasquetta (agnello sventrato compreso!).
Ma la domanda universale, che mi assilla più di tutte è: perchè le donne sole consumano quintalate di gelato davanti al PC, in attesa che il cavaliere senza macchia e senza paura venga a strappargli di mano il barattolo della nutella, gli uomini soli si consacrano al porno web?
Allora è proprio vero che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere?
Mi sa che io vengo da Plutone. Orrore! Orrore! Non faccio parte dell'umanità.
Ma sono anche figlia del mio tempo e mi adeguo alla domanda e all'offerta.
La richiesta sul mercato è: Hikikomori!
Siamo tutti hikikomori, abbiamo sostituito i rapporti sociali diretti con quelli mediati via internet.
Il nostro mondo è tutto in una stanza.
Ci siamo dissolti nei colori del monitor, le nostre cellule sono state sostituite dai pixel, la nostra voce dalla scheda audio il nostro cuore dall'hard disk esterno.
E' arrivata la fine del mondo, ma eravamo troppo distratti dai modelli di Dolce & Gabbana che sfilavano.
Se Cappuccetto rosso ha scelto il lupo e Cupido si è dato al tiro al piattello, significa che ci siamo venduti alla dura legge del mercato?!?
Web o non web? Questo è il dilemma! E' meglio cedere alla legge dell'offerta e consacrarsi alla solitudine del club degli insider? O a quello degli outsider?
Venderei l'anima a Satana solo per restare ancora un pò con te, occhi negli occhi.
Sarà che mi sono consumata, sarà per quello che non dici, sarà per i miei cattivi amici, ma io preferisco ancora il mondo reale...I mostri sono reali e "pesanti".
Il gelato virtuale non ha di certo un buon sapore.
E il web friend non ti abbraccia il giorno del tuo compleanno...per ora!

3 commenti:

  1. Piergiorgio Odifreddi sostiene in "C'era una volta un paradosso" che in nessuna cultura esiste un verbo che esprime il concetto di dire la verità, mentre invece abbondano i termini relativi al mentire (to lie, mentir, liegen). I mitici Baustelle ne "Il Nulla" cantano "E ( meglio di lunedì ) /Accorgersi /nel caos dell ipermercato /O in un beato megastore /Della bugia che sta alla base del mondo". L'uomo mente da sempre, sin da quando durante delle battute di caccia in cui i rapporti di forza si ribaltavano a suo sfavore era costretto a fingersi morto per non cadere vittima di un grande predatore. Mentono i governi, mentono (ça va sans dire) le religioni, mentono le istituzioni culturali. E' naturale quindi che oggi l'ambito applicativo delle bugie si sia spostato dalla vita reale a quella virtuale, dove è sia più facile mentire cucendosi addosso nuove identità a seconda dei nostri desiderata, ma è altrettanto facile essere scoperti per ciò che si è, degli ipocrites che recitano sul palco della vita. La vera rivoluzione, il vero atto sovversivo del giorno d'oggi, è essere sinceri con se stessi e con i mostri che ci accompagnano in giro per i bar di queste notti infinite. Fra una Spezi ed un cocktail all'ananas, e qualche patatina (anche se non tutti i bar ce l'hanno). Bye :)

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  2. Voglio le patatineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

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  3. ahahahahahaha
    riprova al prossimo bar, sarai più fortunata :D

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