sabato 7 aprile 2012

Xanax e sigarette


Il caffè prima e dopo il corso di follia autorizzata è diventato ormai un rito.
Un rito da rispettare.
E come tutti i riti và onorato, altrimenti noi poveri naufraghi perdiamo i punti di riferimento.
Mi accorgo che spesso le "presenze" sono, il più delle volte, "assenze".
Cerchiamo sempre qualcuno o qualcosa che ci faccia stare bene, ma nella maggior parte dei casi ci accorgiamo (sempre troppo tardi) che siamo in ritardo su tutto.
Come me che viaggio sempre sul fuso orario sbagliato.
E se qualcuno dice che ci sono numeri da rispettare, numeri per fare qualsiasi cosa...Noi abbiamo perso il nostro. Abbiamo perso il turno, ci siamo dimenticati di contare. E non possiamo aggiustare ciò che altri hanno distrutto. Non ne vale la pena...MAI!!!
Allora mi chiedo se invece valga davvero la pena aspettare!
Ho l'impressione che la mia vita sia come un film di David Lynch, fondamentalmente senza senso!
Wikipedia mi dice che lo xanax è un ansiolitico, non ne ho mai fatto uso però negli ultimi giorni mi rendo conto che sto facendo psicoterapia a mia insaputa. Sono paziente e dottore al tempo stesso.
In che modo mi sto psicanalizzando?
Con tutti questi caffè e cappuccini che consumo con i miei compagnoni di sventura.
Siamo deboli, siamo fragili, siamo come foglie trasportate dal vento. Andiamo in tutte le direzioni possibili, eppure in fondo da nessuna parte.
I miei pazienti hanno doni magnifici.
Sono come le pietre grezze. Tesori nascosti. Eccezionali, coraggiosi e forti nelle loro fragilità. Soffrono e continuano a vivere con la volontà e il valore dei grandi eroi. Spesso armati di nulla. Combattono tutti i giorni contro la superficialità dilagante, contro gli stupidi cervelli, contro i fottuti limiti del nostro prossimo. E come cantano i Depeche Mode...soffrono bene, soffrono meglio degli altri, soffrono sotto una teca di vetro, osservati dal loro prossimo, come materiale biologico in formaldeide.
A volte vorrei proprio avere i doni del genio della lampada, per vederli sorridere, per esaudire tutti i loro desideri, per soffermarmi un attimo nelle loro lacrime di gioia.
Vorrei svegliarmi una mattina e scoprire che Cenerentola non era la principessa che conosciamo, ma una ragazza con qualche chilo in più e qualche anno passato a fare psicoterapia, ma con un cuore d'oro. Vorrei che il principe azzurro non fosse quello con il cavallo bianco, ma quel ragazzo della porta accanto che ti viene a prendere sull'autostrada quando la macchina ti ha abbandonato, che ti prepara i panini per una gita fuori porta. Vorrei che per una volta vincesse la strega cattiva.
In fondo le fiabe che ci raccontano da piccoli ci hanno rovinato la vita. Non abbiamo quasi mai colto la vera morale, ma ci hanno resi vittime sacrificali e consenzienti sull'altare della sofferenza. Abbiamo sognato di essere un giorno Biancaneve, un giorno Aurora, un altro giorno Ariel. Abbiamo aspettato il maledetto principe che non è mai arrivato, è arrivato il cavallo bianco. Solo. E abbiamo scoperto che in realtà il principe è partito per una gita nel mar dei caraibi. Essendo diventato ricco e famoso ha pensato bene di godersi una meritata vacanza e si è fidanzato con il barista dell'albergo a 5 stelle.
E' tutto un paradosso. E noi stiamo ancora aspettando il nostro turno. Con il numerino in mano guardiamo il tabellone elettronico alla cassa veloce dell'infelicità.
I veri principi e le vere principesse, oggi, sono quelli che consumano xanax al bancone del bar.
Sono quelli che cospargono di litio il loro gelato alla vaniglia.
Sono quelli che ridono delle loro imperfezioni, che vedono negli altri solo il bello, nonostante ci sia il vuoto assoluto. Sono tutti quelli che inseguono i loro sogni e che in un attimo sanno regalarti momenti indimenticabili. E allora...Che vadano a farsi fottere tutte quelle regole che ci vogliono bellissimi e perfetti.
La bellezza e la perfezione esiste dentro di noi.
E noi poveri mostri siamo bellissimi nella nostra imperfezione, con le nostre cicatrici, con le nostre menomazioni.
Credo che se Aurora, Cenerentola o Belle e tutte le altre principesse vivessero oggi, nella vita reale, sarebbero delle povere idiote. Sarebbero le modelle anoressiche che sacrificano la loro vita allo stupido "apparire". Sarebbero le attrici peggiori; andrebbero in giro tutte griffate a fare mostra del loro bassissimo quoziente intellettivo. Andrebbero in discoteca e berrebbero solo cosmopolitan.
Mi domando perchè è così difficile oggi farsi capire.
Dove diavolo sei principe azzurro? Sei andato da prada a fare spese e non hai più trovato la via d'uscita?
Hai dimenticato la strada per il castello?
O ti sei perso sulla route 66?
Un giorno ho incontrato un principe, ma di azzurro non aveva neanche gli occhi.
Aveva tutti i peggiori difetti.
Ma era vero ed era lontano da tutti i clichè del maschio medio.
Il genio incompreso. Il bello e dannato. Lo spietato che dà sempre forma ai suoi pensieri più bassi.
Quanti caffè all'arsenico ho bevuto per colpa dei suoi occhi? Tanti!
Siamo mostri e normali.
Io sono entrata nel circo come la stella tra i mostri.
E me ne vanto.
Meglio essere un mostro, amare un altro mostro, essere circondata da altri mostri come me, piuttosto che andare in giro con la Louis Vuitton al braccio solo per dimostrare che ho accalappiato il signor Biancaneve.
Per ora continuo a dolcificare il mio caffè con lo xanax, in attesa che il mio mostro mi prelevi da questa noia e mi renda un pò più infelice.

Buonanotte miei dolci mostri.

2 commenti:

  1. E sai che la normalità non esiste, che i capelli blu o di un altro colore li puoi sfoggiare solo a Berlino, e che i bar del sabato pomeriggio sono sempre troppo affollati soprattutto quando fuori piove, e che non è sempre è facile fare strike al primo colpo ma a volte ti riesce quasi per caso :)
    Aspetteremo lo stepparitto, con il pieno di benzina ed il pacchetto di sigarette ed i Tarm nell'autoradio, abbiamo tanta strada da fare...

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  2. Ché tanto poi alla fine scopri che è bello guardare il cavallo che passa da solo... il principe lo usava, da solo è libero.

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